Quattro anni fa due amici emiliani decidono di investire i propri risparmi in un progetto visionario: una piantagione di cacao biologico in Africa.

Dal seme alla tavoletta: pianta il tuo cioccolato!

Andrea Conversi e Francesco Ferrazzi, rispettivamente metalmeccanico e autotrasportatore, crescono nella campagna parmense. Quando il richiamo della terra si fa sentire, decidono di investire i propri risparmi in un progetto visionario: acquistare un terreno di 30 ettari a 4 mila km da casa per creare una piantagione di cacao aromatico biologico e dare una spinta all’economia di un villaggio africano.

In un’epoca in cui il neoliberismo sfrenato spinge ad investire i capitali in azioni e obbligazioni, i due amici, in controtendenza scelgono un ritorno alle origini, un ritorno alla terra in un territorio in cui certi valori e certe dinamiche del rapporto uomo-natura sono rimasti invariati.

Scelgono di realizzare il proprio progetto in Togo, una lingua di terra in Africa Occidentale tra Benin e Ghana che si affaccia sul Golfo di Guinea. Terra poco conosciuta, intatta, abitata da gente caparbia e genuina, il Togo li conquista al primo istante.

Venendo da un altro settore Andrea e Francesco decidono di avvalersi della collaborazione dei migliori esperti del settore: tra questi Andrea Mecozzi, selezionatore di piantagione e coordinatore di progetti di sviluppo legati alla filiera del cacao e di Cyrille Mgbayom uno dei più grandi agronomi dell’Africa Occidentale con 30 anni di esperienza nella coltivazione di cacao in regime biologico, nonché presidente del Comitato Interprofessionale Caffè e Cacao del Togo.

La piantagione sorge in un piccolo paradiso ambientale che è il villaggio di Agrippa Todzi, nella provincia di Kpalimè, dove la terra rossa ricca di nutrienti permette una coltivazione sostenibile dei cacao pregiati autoctoni tipici del Plateau togolese. Il Plateau, oggi provincia marginale del Togo a confine con il Ghana, prima dell’epoca coloniale era il cuore dell’antico e mitologico regno Ewe, in cui l’agricoltura ha sempre rappresentato la massima espressione del rapporto tra l’uomo e l’ambiente: un luogo magico circondato da verdi colline, abitato da un’infinità di farfalle di tutte le specie e regno di meravigliose cascate in cui si inseriscono mirabilmente le piantagioni di cacao e caffè, fitte foreste e scorci panoramici da togliere il fiato.

L’idea folle di Andrea e Francesco si sta lentamente concretizzando: le piante sono già produttive e si è già proceduto alla prima raccolta.

Nei loro disegni c’è una piantagione sperimentale aperta da tutti i punti di vista: aperta alle visite di chi in Italia manipola quotidianamente la materia prima (chef, gelatieri, pasticceri); aperta allo studio (in proposito è già viva la collaborazione con i dipartimenti di Agraria dell’Università di Bologna e di Torino), aperta come laboratorio a cielo aperto e come modello da esportare in altre regioni o paesi produttori, aperta a tutti coloro che vorranno mettere un seme e poter dire di aver contribuito e magari anche raccolto il frutto del cacao usato per preparare il proprio cioccolato.

La realizzazione della loro idea tuttavia si è rivelata più grande delle disponibilità economiche investite: ma il profilo aromatico del cacao che le giovani piantine hanno donato li porta a credere, a insistere e a chiedere un sostegno per portare avanti il progetto. E’ per questo che i due amici hanno deciso di aprire il proprio sogno a chiunque ne voglia far parte attraverso anche una piccola donazione che aiuti a centrare l’obiettivo finale: costruire un cioccolato aromatico di filiera diretta italo-togolese al 100% etico, sostenibile, biologico e senza intermediari.

Per chiunque voglia scrivere parte di questa piccola grande storia diventando uno dei sostenitori della piantagione di cacao di Lovikopè, potendo persino dare il proprio nome a una delle piante, è possibile contribuire attraverso la piattaforma di crowdfunding OKPAL, dando una spinta al progetto e un futuro sostenibile alle comunità di produttori togolesi.